-RISSA- Personale DARKROOM SILMARARTGALLERY

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RISSA

La RISSA, nel diritto penale italiano, è il delitto previsto dall’ art. 588* del Codice Penale. Per la consumazione di tale reato è previsto il dolo generico, consiste nella coscienza e volontà da parte dell’ agente, di partecipare alla mischia.
I dipinti della serie RISSE di Lucia Conversi, raffigurano uomini ben vestiti, donne (fighting cholitas) impiegati sfiduciati, tormentati dalla tensione sociale e della, ormai mitica, Crisi Economica. Individui comuni, che lottano con il loro crescente disagio, prigionieri di un sistema spietato e sempre più sconcertati. Probabilmente il loro fine è quello di sfogare e dare un riscatto a una miriade di violenti paria moderni. Sono persone sulle cui spalle la società si è poggiata, a peso morto, una volta di troppo. Viene da pensare che ognuno di loro combatte contro ciò che odia di più di questa società contemporanea. Questi dipinti ci ricordano quanti pugni e calci in faccia ci deve ancora la vita.
Una pittura magistrale, a tratti spessa e contemporaneamente impalpabile, sospesa come nel La Haine diretto da Mathieu Kassovitz che termina con un colpo di pistola, ma non si sa chi abbia sparato.

Andrea Saltini

*Il concorso di persone nel reato indica, in via generale, il fenomeno della realizzazione plurisoggettiva del reato… ovvero può trattarsi di una delle modalità di realizzazione di una fattispecie astratta di reato realizzabile in forma monosoggettiva o in forma plurisoggettiva, in tale ultima ipotesi si parlerà di concorso eventuale. Il concorso eventuale, dunque, rispetto al concorso necessario si caratterizza per il fatto che la fattispecie di reato contemplata dalla norma può indifferentemente essere realizzata da un unico soggetto o da più soggetti.

GALVANIZE (group show)

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GALVANIZE(group show)Lucia Conversi, Massimo Lagrotteria, Federica Poletti, Emiliano ZanichelliLa galleria Dark Room Silmar galvanizza l’estate con una collettiva varia e stimolante destinata a tenere alta, dal 5 luglio al 31 agosto 2013, l’attenzione su questa nuova e brillante realtà espositiva che sta continuando a sorprendere per originalità e stile delle proprie proposte dettando una nuova tendenza.Gli artisti selezionati hanno linguaggi molto diversi e forti personalità –come la galleria che li ospita –

Lucia Conversi (Parma, 1980) propone una serie di opere intitolata “Pieghe”, un riferimento a quelle imperfezioni che movimentano il tessuto liscio e ben steso, alle anomalie, un concetto al quale la Conversi ha sempre guardato con grande interesse. Lei stessa scrive: “le mie “pieghe” sono la goffaggine che ci allontana così tanto dall’idea che abbiamo di noi, o di quello che vorremmo essere o diventare. Ma al tempo stesso sono anche l’unica cosa che valga la pena di vedere. Le pieghe dei vestiti che indossiamo allora sono giudizi lapidari sulla nostra capacità di essere civili; durante le risse, i vestiti che ci siamo cuciti così precisamente addosso, precisi all’ideale di noi, tirano da tutte le parti, si strappano e ci scoprono”.

Massimo Lagrotteria (Carpi -MO-, 1972) mette al centro del suo lavoro la figura, studiandone con cura gli equilibri non solo formali e compositivi ma anche interiori, con tutti i loro risvolti psicologici.

Massimo Lagrotteria dipinge a olio, con una inesauribile ricerca sui supporti che vanno dalla tela, al cartone passando per vari metalli più o meno ossidati. Ogni supporto fa vibrare diversamente il suo olio come ogni contesto va vibrare in modi diverso ogni individuo.

Federica Poletti (Modena, 1980) affronta una profonda analisi sulla percezione del mondo e su come questa muta con il tempo, su come il tempo graffi lo specchio della mente, su come il mondo, entrando nell’io, apporti e sottragga lasciando cicatrici e saggezza. La ricerca di Federica Poletti si muove su più livelli nutrendosi ampiamente di poesia. Questa serie deve molto a Edgar Lee Masters e alla sua Ernest Hyde.

Emiliano Zanichelli (Correggio -RE-, 1978) propone due serie fotografiche che hanno in comune il fuoco. La prima, “Ritratti” presenta soggetti che emergono dal buio con una striscia infuocata che copre loro gli occhi: una interessante ed intensa ricerca sul ruolo dello sguardo nella fotografia e nei rapporti umani.

La seconda, “Assenze” è composta da interni in penombra illuminati solo da fiammelle sospese come fuochi fatui che sottolineano un’assenza: la mancanza di qualcuno che non è qui ma il cui ricordo è vivo e bruciante